Uno dei fattori che determina lo sviluppo industriale e tecnologico di una nazione è l’innovazione, che a sua volta viene alimentata dagli investimenti dedicati al settore dell’istruzione.
Se lo stile di vita in molti paesi del pianeta negli ultimi decenni è migliorato per quanto riguarda comfort, servizi e salute, è perché i paesi industrializzati e quelli emergenti hanno investito in maniera convincente su ricerca e sviluppo, sia in forma privata che per mezzo di programmi governativi.
L’educazione è quindi la chiave per migliorare la qualità della vita delle persone, in quanto accresce la conoscenza, permette la condivisione delle informazioni e consente di elaborare soluzioni creative ai problemi che incessantemente si propongono alle nuove generazioni.
Un Paese che rinunci all’istruzione, sia dei giovani che di tutta la popolazione (tramite l’educazione permanente, che consente di aggiornare tutta la forza lavoro) è un Paese che smette di credere nel futuro, reagendo passivamente alle sfide economiche, ambientali e demografiche.
L’argomentazione secondo la quale un corso di studi risulterebbe tanto dispendioso quanto inutile sono in quest’ottica piuttosto riduttivi e poco lungimiranti.
Si deve infatti partire dall’innegabile fatto che l’accumulazione, la condivisione e l’aggiornamento delle conoscenze è sempre un valore aggiunto, sia per il singolo individuo che per la sua comunità di appartenenza.
Non è una caso che i paesi considerati comunemente più civili (come quelli scandinavi, ad esempio) offrano dei servizi educativi di altissima qualità, spesso gratuiti, i cui effetti sono tangibili nella popolazione: più consapevole, più informata, più responsabile e meno incline a commettere crimini “sociali” (come l’evasione fiscale).
In secondo luogo, sostenere l’istruzione non significa solo privilegiare l’università o dare priorità unicamente al sapere umanistico, ma anche promuovere e valorizzare corsi professionalizzanti rivolti a tutte le fasce della popolazione.
Risulta comunque indubbio che gli utenti più coinvolti nel processo formativo siano i giovani.
In assenza di uno Stato orientato a supportarli economicamente nel processo di formazione pre e post-universitaria, è opportuno ricordare che gli studenti possono accedere a dei finanziamenti speciali da parte degli istituti di credito, con i quali si potranno affrontare più serenamente le spese accademiche e le eventuali iscrizioni a master e corsi di studio.
Al fine di identificare la banca adatta alle diverse esigenze ed al profilo dei richiedenti, ci si può affidare ai puntuali servizi di siti come Prestitisenzabusta.it, un portale che rileva le migliori offerte di prestiti per categoria, tra cui anche per studenti universitari. Questo tipo di finanziamenti possono essere utilizzati per pagare le tasse universitarie, ma anche per pagare l’affitto di uno studente fuori sede o finanziare l’adesione al programma Erasmus.
E’ dunque importante sapere che ci sono diverse possibilità per aiutare i propri figli a ricevere l’istruzione desiderata.
A nessun ragazzo che abbia voglia di studiare deve essere negato questo desiderio: bisogna tenere bene in mente che l’istruzione è un investimento che nel tempo rende tantissimo, perché nel lungo periodo le retribuzioni di un laureato sono più alte di quelle di un diplomato, così come lo sono le possibilità di assunzione.
Susanna R.