Il mercato obbligazionario ha segnato negli ultimi anni un andamento molto sostenuto.
La crisi del debito sovrano della zona EU ha causato un innalzamento dei tassi portandoli a rendimenti mai visti.
A questo trend ha comunque contribuito la politica delle banche centrali mondiali, concentrata nel fornire tutta la liquidità necessaria al sistema nell’intento di favorire la ripresa economica. La disponibilità di denaro a buon mercato e la difficoltà degli stati nel finanziare il proprio debito ha creato questa condizione favorevole.
Discorso diverso, anche se con qualche analogia, per il mercato obbligazionario privato. Le imprese, nella fattispecie quelle italiane, hanno avuto negli ultimi anni una sempre maggiore difficoltà nel finanziare le proprie attività pertanto l’emissione di titoli obbligazionari e stata copiosa. In italia e addirittura nato per “legge” un mercato obbligazionario per le società medie non ancora quotate (grazie alla modifica del quinto comma dell’art. 2412, c.c.), tutto allo scopo di riuscire ad alimentare le richieste di finanziamento non più sostenute dal sistema bancario nazionale.
Questo è quello che abbiamo visto fin ora, ma cosa succederà? Il mercato azionario, in particolar modo sulle piazze occidentali e in Giappone, nei primi 6 mesi del 2013 ha segnato un forte rialzo e pertanto torna ad essere una forma d’investimento papabile, su un trend che va consolidandosi.
La lieve ripresa economica che si sta vedendo sui mercati e nelle economie occidentali, porterà dopo svariati anni ad un graduale riassetto dei tassi d interesse. Questa manovra, contestualmente al mercato azionario stabile, porterà ragionevolmente ad un calo dei prezzi delle obbligazioni.
Quando e dove?
Il mercato non è omogeneo, però possiamo dire che in alcuni paesi dove le politiche monetarie sono state particolarmente aggressive (come in Giappone), la contrazione delle quotazioni è già iniziata.
Negli US la situazione non è ancora arrivata al culmine: negli ultimi mesi c’è stato un aumento dei rendimenti dei Tresaury, in particolare nei buoni a 5 anni (20 punti base – Agosto 2013) e a 30 anni (10 punti base -Agosto 2013).
In EU, complice la situazione politica complessa, gli andamenti sono difficilmente interpretabili. Una crisi politica e la conseguente instabilità, possono portare a incrementi di rendimento anche sostanziosi (in Italia i tassi dei bond a 2 anni sono soggetti a continue oscillazioni). La Germania vede i tassi sui Bund salire di circa 20 punti base per tutte le scadenze: 5, 10, 30 anni.
In Spagna e Portogallo la situazione è paragonabile a quella italiana, con vendite ed acquisti altalenanti.
In UK invece le ultime aste di Gilt sono andate piuttosto male.
Nonostante i rendimenti delle obbligazioni siano già leggermente calati, essi sono ancora vicino ai massimi e pertanto hanno un buon margine di discesa, specialmente se ci sarà un aumento dei tassi.
Possiamo dunque dire che una chiara sterzata, abbastanza generalizzata, è da attendersi al prossimo rialzo dei tassi, che possiamo immaginare di vedere, per i Paesi che riusciranno a sfruttare la lieve ripresa attuale, nei primi mesi del 2014 (entro giugno), dopo la pubblicazione dei dati di chiusura del 2013.