Le ultime settimane sono state caratterizzate da un continuo ridursi dello spread obbligazionario tra Italia e Germania: il rendimento dei Titoli di Stato Italiani continua a diminuire.
Buon per l’Italia, meno buono per i BTP-people.
La domanda è semplice: conviene ancora investire?
Rendimenti: ieri e oggi
Nel corso della seduta borsistica del 27 febbraio, lo spread è sceso sotto i 100 punti, valore impensabile se paragonato ai picchi raggiunti pochissimi anni fa.
A fine 2011, il rendimendo del BTP decennale superò il 7% e lo spread oltrepassò i 500 punti.
I nostalgici dei vecchi tassi obbligazionari italiani, ricorderanno che a inizio degli anni 80, il BOT a 12 mesi raggiunse un rendimento del 20%. Non commuovetevi, andando a controllare i rendimenti storici forniti dal Dipartimento del Tesoro
Adesso stiamo vivendo una fase di mercato opposta: i Titoli di Stato dell”area Euro sono sempre meno appetibili per gli investitori.
Chi vuole ottenere guadagni superiori deve accettare un pò più di brio e deve, ad esempio, puntare sulla Grecia (qui il livello di brio è già alto).
Di seguito un prospetto dei rendimenti dei Titoli di Stato Italiani, aggiornati al 27 febbraio 2015 (fonte: http://it.investing.com/)
Per ottenere un 2% annuo, bisogna puntare a scadenze ventennali. La (magra) consolazione è solo la tassazione dei guadagni, che in questo caso è rimasta al 12.50%.
Consigli per gli acquisti
Proviamo a definire due categorie di investitori:
- Coloro che cercano sicurezza, anche se poco remunerata
- Coloro che desiderano di più, accollandosi un rischio maggiore
Ai primi possiamo consigliare ancora l’acquisto di BTP emessi dal nostro paese: è molto probabile che il rendimento continui a scendere, quindi meglio ora che tardi. In ogni caso il rendimento massimo è quello indicato nella tabella precedente.
Ai secondi invece consigliamo di dare un’occhiata, rimanendo nel mondo obbligazionario, alle obbligazioni corporate high yield. Per una analisi più completa, abbiamo già avuto modo di esaminare diverse alternative di investimento, in un contesto di tassi al minimo.
Esiste in realtà anche un’altra categoria di investitori: quelli che rifiutavano i BTP al 7% per il timore di un default dell’Italia e che oggi rifiutano comunque un rendimento troppo basso. A questi consigliamo di scegliere una delle due categorie precedenti.