In questo articolo vogliamo brevemente elencare i vari punti cruciali che servono a definire l’Outlook macro-economico dell’area Euro, aggiornato al mese di Marzo 2014.
Dal punto di vista prettamente borsistico, gli indici del vecchio continente stanno realizzando performance importanti: l’indice DAX viaggia ai suoi massimi, addirittura anche l’indice nostrano FTSE MIB sembra ritrovare una relativa forza, che sembrava perduta.
Zona Euro: tra deflazione e crediti bancari bloccati
Soprattutto nei paesi periferici, il credito bancario continua a soffrire.
In particolare, come si evince dal numero di rifiuti delle domande di credito e dai tassi di interesse sui prestiti applicati alle PMI, il credito alle imprese non è ancora concesso ai ritmi e nelle quantità tipiche di un mercato in ripresa.
Tenendo conto che, nella zona Euro, le PMI coprono tra il 75% e l’85% dei posti di lavoro, si può facilmente intuire che la ripresa potrebbe essere strettamente correlata allo sblocco del credito da parte degli istituti bancari.
Su questo punto è opportuno un forte intervento da parte della BCE, per dare uno slancio alla crescita.
Dal punto di vista dell’andamento dei prezzi, i tentativi di inflazionare il sistema non hanno finora dato i propri frutti. Tra le principali preoccupazioni della BCE c’è appunto il rischio deflazione.
Non sono ancora state adottare misure significative per fronteggiare questo scenario, quindi potrebbero esserci ripercussioni sui mercati se questi interventi verranno valutati tardivi e insufficienti.
Zona Euro: elezioni europee
Nei primi giorni di giugno, si terranno le nuove elezioni europee. Lo scenario politico attuale vede, in molti paesi, il consolidarsi di diversi partiti euroscettici, che potrebbero ottenere una buona fetta di consenso. Dal Front National di Marine Le Pen, al nostro MoVimento 5 Stelle, in tutta Europa continuano a crescere gli elettori che si identificano nei movimenti antieuropeisti.
Secondo le indagini, i partiti euroscettici potrebbero ottenere fino al 35% dei seggi parlamentari. Anche in questa eventualità, però, è improbabile che le prossime decisioni possano essere influenzate da questa fetta di rappresentanti.
Sicuramente questi nuovi partiti hanno potuto cavalcare l’ondata pessimistica della crisi, riuscendo così ad ottenere consenso. E’ ovvio che una crescita dell’elettorato anti-europeista potrà costituire in futuro una minaccia per l’Unione Europea. E’ altrettanto logico, tuttavia, pensare che una nuova ripresa economica possa limitare l’avanzata di tali movimenti.
Cosa dicono i numeri
La crescita di Q4 è stata pari allo 0,3%, quindi leggermente sopra le previsioni.
Significativo rimbalzo in Germania, sostenuto dalla forte domanda interna.
I paesi periferici lentamente stanno cominciando a riemergere dalla recessione. Il PIL in Italia nel Q4 è salito leggermente, per la prima volta dal 2011, tuttavia sono d’obbligo le riforme necessarie.
Se, da un lato, l’austerità fiscale sarà meno pronunciata nel 2014, tuttavia si potrà assistere ad un innalzamento del deficit. La domanda interna e il tasso di occupazione miglioreranno solo lentamente.