Oggi abbiamo il piacere di confrontarci nuovamente con Roberto Vettorello, amico e collega, studioso e appassionato del mondo crypto e della tecnologia Blockchain.
Abbiamo già intervistato Roberto a fine novembre 2020, periodo in cui il Bitcoin prezzava poco più di 17.000 $.
Nel momento in cui scriviamo, il Bitcoin vale 20.800 $, ma il pessimismo è alle stelle (perchè in mezzo c’è stato il massimo storico di 68.789,63 $, che ora sembra irraggiungibile).
Vi lascio alle parole di Roberto e se volete seguirlo, di seguito vi lasciamo il link al suo profilo LinkedIn.
Roberto Vettorello
Cosa è il bitcoin?
Partiamo da un qualche nozione di teoria. Il bitcoin è la prima criptovaluta che utilizza la tecnologia Blockchain. Il bitcoin è nato nel 2008 ed è stato implementato e lanciato nel 2009 da una persona o gruppo di persone che si identificano sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto.
Una nozione molto importante è che Bitcoin con la B maiuscola è il protocollo, mentre il bitcoin con la b minuscola è la criptovaluta.
Il bitcoin è una moneta un po’ come il dollaro o l’euro, ma è virtuale, quindi fisicamente non esiste. Forse la più grande differenza con le “classiche” monete Fiat, è che il bitcoin non è governato da uno Stato o una Banca Centrale, i quali ne gestiscono (ad esempio) il flusso e la quantità di monete da far circolare nel mercato. Ma il tutto viene gestito da un software, distribuito e decentralizzato su rete peer to peer (senza che ci sia un computer che comandi sugli altri). È quindi questo protocollo che con regole ben precise “emette” la criptovaluta. Infatti un protocollo è un insieme di regole che regolamentano la comunicazione tra due o più entità.
Video, guru, super esperti – facciamo attenzione
In rete, passando da YouTube a LinkedIn, Telegram e molti altri social network, si possono trovare “personaggi ambigui”, che si vendono come guru, maghi o supereroi nel mondo delle criptovalute?
Facciamo molta attenzione, soprattutto quando in gioco ci sono i nostri risparmi economici.
Per fortuna non ci sono solo ciarlatani, ma ci sono anche persone che si sono rimboccati le maniche, che hanno studiato, che hanno sperimento, che si sono messe in gioco in prima persona e che possono davvero affermare di aver imparato qualcosa.
Quindi, se vuoi davvero imparare “qualcosa” sul mondo delle criptovalute, ascolta chi ha esperienza diretta e si è guadagnato il rispetto della community. Ignora gli autoproclamati esperti che non hanno mai sperimentato queste sfide, ma che cercano solo di trarre profitto dal loro nome o status, o da un singolo progetto che sta andando in alto e crollerà alla prima vera difficoltà.
Ci si può fidare degli Exchange?
Non sta a me fare pubblicità ad un Exchange piuttosto che ad un altro. Negli ultimi anni si è constatato ad un aumento quasi smisurato di nuovi portali Exchange.
Non tutti forse hanno i requirements giusti e corretti per poter esistere, e forse qualcuno nasce con il solo obiettivo di frodare le brave ed ingenue (permettetemelo) persone.
Per come la vedo io, nella mia modesta ma onesta opinione, non è una questione di fiducia, ma una questione di conoscenza.
Se sai quello che fai, sai quale è goal che vuoi raggiungere e di contro i rischi che possono avvenire.
Nel momento in cui vuoi effettuare del trading (ed uno non nasce trader dalla sera alla mattina), non esiste portale che non possa andare bene. Sei perfettamente a conoscenza che i tuoi soldi o le tue cripto non sono effettivamente tuoi in quanto sono depositati presso l’Exchange.
Se invece vuoi convertire i tuoi soldi Fiat in criptovalute, ricordati che solo quando sarai effettivamente il possessore delle chiavi pubbliche e private, potrai affermare di possedere delle criptovalute. Ed è per questo che esistono wallet hardware. Quindi, in sintesi: attraverso il portale Exchange converti il tuo euro in bitcoin (ad esempio), e poi lo “scarichi / prelevi” e lo conservi nel tuo wallet fisico.
Così facendo, non è più un problema se quello specifico Exchange chiude o fallisce!
A tal proposito, un’azienda Svizzera ha rilasciato il loro “non – exchange”, denominato Relay, che consente appunto di convertire monete Fiat in bitcoin, ed automaticamente inviartele sul tuo wallet. Così facendo, Relay non è custodial di nulla…ed è tutto nelle tue mani (o per meglio dire, nel tuo wallet).
Layer 1 e 2 – cosa sono e perché
Dobbiamo partire dal nodo cruciale che è il trilemma della blockchain. Tre diversi elementi difficili da raggiungere contemporaneamente a livelli ottimali.
Decentralizzazione – Sicurezze – Scalabilità
La blockchain può gestire un numero limitato di transazioni e la rete Bitcoin può gestire sette transazioni al secondo. Se si vuole implementare e diffondere la tecnologia blockchain ad applicazioni aziendali e/o customers, è necessario gestire più dati e con velocità più elevate.
Però, se aumentiamo la scalabilità, mettiamo in “pericolo” la decentralizzazione o lo sicurezza.
Di recente ho letto un articolo con un interessante esempio, che paragonava il numero di transazioni da elaborare come il numero di persone che si muovono con il trasporto pubblico.
Se si usa la macchina (la rete blockchain), si possono trasportare un numero limitato di persone. Passando all’utilizzo di altri strumenti (Layer 1) come ad esempio l’autobus, il numero di persone che si possono trasportare nello stesso momento aumenta. E se utilizziamo il treno (Layer 2), la scalabilità potrà gestire un numero di transazioni ancora maggiore.
Il tutto è associato anche un risparmio di tempo e denaro in quanto le transazioni non avvengono direttamente sulla blockchain principale, che a sua volta non viene congestionata, in quanto la maggior parte del traffico avviene sua una “rete stradale privata”.
Glossario – ecco a voi qualche definizione
Blockchain – tecnologia alla base di Bitcoin, Ethereum, ed altre piattaforme in cui il registro distribuito è strutturato come una catena di blocchi contenenti transazioni.
Criptovaluta – moneta digitale decentralizzata che utilizza tecniche crittografiche e sistemi di allineamento degli incentivi per garantire la sicurezza degli scambi tra gli utenti. Le regole con cui avvengono gli scambi sono scritte in un software open-source pubblicamente verificabile
Chiave privata – informazione, usata nei sistemi di crittografia asimmetrica, che consente tra l’altro di “firmare” un documento in modo verificabile e non ripudiabile. La custodia delle chiave privata è punto fondamentale nel mondo delle criptovalute.
Blocco – tipo di struttura dati utilizzato nei registri Blockchain per raggruppare le transazioni.