La borsa italiana, così come gli altri indici europei, è in questi giorni messa a dura prova dalle tensioni politiche tra Russia e Ucraina, che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbero portare ad un conflitto armato ancora più duro, con conseguenze imprevedibili.
Nell’ultima giornata di quotazioni (25/04/14), Milano ha registrato un -1,73%, seguita da Francoforte a -1,54%, Parigi -0,80%, Londra -0,26% e Madrid -1,49%.
L’Ucraina blocca il rally rialzista
Negli ultimi mesi, come già indicato in un precedente nostro articolo, l’indice FTSE MIB sembra aver ritrovato una forza ormai sopita da tempo.
Tuttavia l’appetito vien mangiando e, non sazi dei grandissimi rialzi che il nostro indice ha già regalato, si guarda con grande attesa alla fatidica quota 22mila punti.
Il forte trend al rialzo delle scorse settimane ha lasciato spazio, negli ultimi giorni, ad un apparente trend di lateralità, che ha fatto subito gridare all’allarme.
Sicuramente il conflitto in Ucraina sta influenzando negativamente tutti i listini europei, ma, ricordiamolo, non ha ancora provocato uno sconquasso nelle borse mondiali.
In altre occasioni, per molto meno, i listini sono crollati (in particolare quelli italiani).
Proviamo a dare un’occhiata all’andamento dell’indice facendo uno sforzo di immaginazione: provate a guardare le quotazioni dimenticandovi per un momento della guerra in Ucraina e cerchiamo di definire il trend, in maniera puramente tecnica, senza condizionamenti.
Cosa vedete da questo grafico?
- La media mobile a 50 giorni continua ad essere un importante supporto delle quotazione.
- Spettacolare rimbalzo delle quotazioni il 15 aprile, al fondamentale test della media mobile a 50 giorni
- La media mobile a 200 giorni è crescente ed ancora a distanza di sicurezza
Vi sembra questo uno scenario tipico di quotazioni in crisi?
Come comportarsi?
E’ chiaro che in questo momento non vi diremo mai di entrare e acquistare a cuor leggero.
L’oscillatore sta preannunciando un momento di riflessione e di possibile rallentamento/inversione del trend, perchè non si registrano più massimi e minimi crescenti.
Chi ha una posizione aperta sull’indice, tuttavia, non deve assolutamente farsi prendere dal panico, perchè come abbiamo visto ora, la configurazione rispetto alle medie mobili lascia ancora dormire sonni tranquilli.
Consigliamo quindi di attendere il nuovo test al supporto della media mobile a 50 giorni e di acquistare sulle debolezze.
A ulteriore conferma della bontà di un investimento sull’indice italiano, facciamo notare che i giudizi sul nostro paese stanno cominciando a cambiare in positivo, infatti l’agenzia di rating Fitch (come Moody’s tempo fa) ha migliorato l’outlook da negativo a stabile spiegando che la recessione è ormai alle spalle (confermato il rating a BBB+)