Le parole di Mario Draghi, nell’attesissima riunione BCE del 10 marzo 2016, hanno rivitalizzato le borse europee (Milano in primis), che, nella giornata di venerdì hanno registrato corposi rialzi.
In particolare il FTSE MIB, con un rialzo del 4,80% nell’ultima seduta di borsa, si riaffaccia alla soglia dei 19000 punti (quando non molti mesi fa si puntava addirittura ai 24000).
L’euforia, soprattutto nel comparto bancario, è stata immediata: in particolare Unicredit chiude con quasi il 10% di guadagno.
Le mosse della BCE
Con una mossa molto decisa, Mario Draghi ha annunciato ulteriori misure sui tassi e sulle iniezioni di liquidità.
Notizie molto importanti per le banche: il tasso sui depositi è stato ulteriormente abbassato a -0,40%.
Ciò significa che le banche che vorranno accedere alla liquidità della BCE, avranno un prestito a tassi negativi. In pratica, otterranno denaro e ne restituiranno ancora meno.
La condizione è che il denaro ottenuto in prestito venga poi girato a sua volta per finanziamenti alle imprese e al mercato reale.
Come ulteriore mossa, il tasso principale di riferimento è stato azzerato.
Dal precedente valore dello 0,05% (già minimo storico), ora il tasso BCE vale lo 0%.
Probabilmente questo non avrà grandissimo impatto sui tassi dei mutui, perchè la grandissima maggioranza di questi è ancorata ai tassi Euribor, che ormai da tempo continuano la loro discesa.
Importante anche la decisione di aumentare le iniezioni di liquidità nel mercato, con il QE che passa a 80 miliardi al mese, contro i 60 precedenti. E gli acquisti, adesso, saranno anche sui bond di grandi aziende, non solo Titoli di Stato.
Effetti sui mercati
E’ tangibile il vantaggio che avranno gli istituti finanziari avranno a seguito dell’abbassamento ulteriore del tasso sui depositi. Il guadagno in termini di bilancio sarà importante.
Per questo motivo, molti analisti considerano un must l’acquisto di titoli del settore finanziario.
Un’idea potrebbe essere il LYXOR UCITS ETF STOXX EUROPE 600 BANKS (LYXBNK.MI). Nell’ultima seduta ha realizzato un +4,69% (siamo comunque a oltre -12% dall’inizio dell’anno).
In generale non dovrebbero salire i rendimenti dei Titoli di Stato, e nemmeno quelli delle altre importanti obbligazioni corporate.
Ora più che mai, occorrerà accollarsi un maggior rischio per sperare in guadagni migliori.
La gestione del rischio
Bisogna fare molta attenzione. Il fatto che non esistano possibilità di un soddisfacente guadagno sicuro, non significa che andare sull’azionario o sulle obbligazioni a basso rating sia meno rischioso che in passato.
Il mondo azionario e le obbligazioni a basso rating (o anche in valuta estera) nascondono i rischi di sempre, quindi vanno approcciati con cautela, con gli orizzonti temporali corretti, con quantità di acquisto adeguate.
Ragionando dal punto di vista dell’investitore, il Quantitative Easing ha portato ingenti guadagni a chi ha puntato sul mercato USA. Anche chi, anni fa, ha puntato sul Giappone ora può contare su una buona plusvalenza (non si può dire lo stesso di chi è entrato nel mercato gli ultimi 2 anni).
In Europa, il tutto è ancora un’incognita. L’obiettivo principale della BCE è quello di riportare l’inflazione intorno al 2%, ma siamo ancora ben lontani dall’obiettivo. Basti pensare che l’inflazione UE su base annuale è scesa nuovamente sottozero a Febbraio 2016 (-0,2%).
Se, inoltre, le iniezioni di liquidità e i prestiti alle banche non avranno gli effetti sperati in termini di miglioramento dell’economia reale, allora il crollo sarà inevitabile, e, al confronto, il calo di inizio 2016 sarà irrisorio.