La lenta ripresa economica sta forse cominciando a manifestarsi (o almeno così vogliamo sperare). Questo lasciano supporre i dati sul Pil Europeo (+0,3% nel secondo trimestre 2013), che ritorna in territorio positivo dopo lunghe attese. In controtendenza l’Italia che, con un -0,2%, rimane ancora in recessione.
La crescita sembra consolidarsi nei paesi sviluppati, e i mercati azionari sono sostenuti dal supporto delle Banche Centrali (parliamo sempre delle aree sviluppate). Di questi tempi, probabilmente, si assiste ad un ribilanciamento generale dei portafogli a livello mondiale, con la preferenza che va al mondo azionario.
Mercato Azionario
Le continue iniezioni di liquidità (anche e soprattutto nel mercato americano) probabilmente stanno drogando il mercato, ma sta di fatto che, inevitabilmente, le borse beneficino di questo supporto (attenzione poi alle bolle…).
In Europa, stante i segnali di ripresa a cui accennavamo, le azioni risultano essere un asset interessante. La BCE si è sempre mostrata accomodante e in continuo ascolto delle esigenze del mercato. I dati sono positivi ci sono, anche se il FMI chiede insistentemente all’Unione Europea di dare ulteriore slancio alla crescita, tagliando ulteriormente i tassi (adesso il tasso BCE è fissato allo 0,50%).
Gli Stati Uniti sono alle prese con lo spettro del default. Una evenienza che devasterebbe il mondo dell’economia, ma a cui le borse non credono più di tanto. L’indice S&P 500 è ai massimi: le azioni rimangono interessanti, anche se è possibile assistere a un piccolo ritracciamento in discesa visti gli elevati recenti rialzi.
Anche in Giappone la borsa ha trovato giovamento dalle forti iniezioni di liquidità. Occhi puntati sulle riforme strutturali di Abe, che sembrano poter finalmente portare il Giappone fuori dalla deflazione.
Interessanti i mercati emergenti nel lungo periodo. Ormai siamo di fronte a vere e proprie realtà che giocheranno un ruolo importante in futuro, quindi i fondamentali di sviluppo e crescita ci sono. Le incognite sono le valute locali (che possono deprezzarsi annullando il guadagno degli investitori in Euro o Dollaro) e la classica volatilità, che si inasprisce nei momenti di tensione.
Mercato Obbligazionario
Nell’ambito delle obbligazioni governative ci si aspetta un trend ascendente di tassi. Il tapering è ancora un’incognita, quindi non conviene esporsi troppo, soprattutto su durate lunghe. Un rialzo dei tassi infatti causa immediatamente il crollo delle quotazioni (proporzionalmente alla duration dell’obbligazione).
Le obbligazioni corporate (cioè emesse da enti privati) forniscono rendimenti più elevati di quelle governative dei loro paesi. Questa differenza (spread) va assottigliandosi se ci sono buone aspettative di mercato (nel settore di appartenenza) e se le società sono ritenute solide. In un contesto economico che va a migliorare, quindi, i rendimenti calerebbero, ma sarebbero poi compensati dal probabile aumento dei tassi di riferimento.
I mercati emergenti, a livello obbligazionario, ultimamente hanno ricevuto una vera e propria mazzata. Il T-Bond americano a 10 anni ha raggiunto (salvo poi calare) un rendimento del 3%, un valore allettante per una economia ritenuta la più solida al mondo. Molti operatori quindi hanno abbandonato l’incertezza del mercato emergente, in favore di un porto sicuro che garantisce un buon rendimento.
Le obbligazioni high yield (ovvero quelle che forniscono rendimento più elevato a fronte di un rating più basso) possono garantire ottimi risultati, sempre in virtù di un miglioramento del quadro economico nei paesi sviluppati.