Investire sul mercato giapponese? Chi lo ha fatto negli ultimi mesi, è sicuramente un investitore soddisfatto.
Il Giappone è un mercato particolare: ammirato da tutto il mondo, ha saputo dare gioie indescrivibili agli investitori di “vecchia data”, ma negli ultimi 20 anni ha riservato solo disgrazie a chi ha puntato sul Sol Levante.
Proviamo a descrivere lo scenario attuale.
Il Decennio Perduto
C’era una volta un Giappone che correva al doppio delle altre economie sviluppate. La stessa nazione che aveva subito danni ingenti a seguito della seconda guerra mondiale, era riuscita a risorgere dalle sue ceneri.
Nel 1987 il reddito medio pro capite dei giapponesi superava quello dei cittadini americani. Poi, arriva il capodanno del 1990: inizia un nuovo decennio pieno di speranze, ma incredibilmente la bolla giapponese esplode.
Il Sol Levante tramonta: l’indice Nikkei, da quasi 39.000 punti, crolla a 20.000 in poco più di un anno. Ma non basta: negli anni successivi tocca nuovi minimi a 15.000 e addirittura 8.000 nel 2003. Poi risale, ma nel 2009 siamo di nuovo su questi livelli. Circa l’80% del valore perso in 20 anni.
Abenomics: una nuova speranza
Con il termine Abenomics viene definita la politica ultra espansiva che il premier nipponico Shinzo Abe ha messo in atto per rilanciare l’economia dell’Impero del Sol Levante, a partire da fine 2012, quanto è stato rieletto. La parola d’ordine è: superare la deflazione, che da decenni attanaglia il paese.
Si ritiene che un piano di politica fiscale espansiva possa contribuire alla crescita del paese. Investimenti titanici che costeranno al Giappone un aumento del debito pubblico di 50mila miliardi di yen all’anno. Queste nuove entrate serviranno a costruire soprattutto infrastrutture ancora più moderne ed efficienti, nella speranza di rilanciare il settore privato.
Più in generale, la Banca del Giappone (BoJ, Bank of Japan) sta realizzando, in due anni, il raddoppio della base monetaria giapponese e dell’ammontare di titoli del debito pubblico in circolazione con un incremento della base monetaria di 60-70.000 miliardi di yen all’anno.
In pratica si sta stampando moneta a ritmi vertiginosi, tanto che, nel giro di un anno, lo Yen ha perso il 40% del suo valore nei confronti dell’Euro. Questo, tuttavia, dovrebbe garantire un massiccio aumento degli investimenti stranieri nel paese.
Questa politica espansiva è praticamente tutto l’opposto dell’austerity che si predica attualmente in Europa. Non sappiamo ancora se tutto ciò funzionerà, oppure se, in futuro, il debito pubblico insostenibile farà precipitare nel baratro il Giappone.
Ciò che possiamo dire è che, per il momento, un investimento nell’area geografica giapponese, potrebbe regalare grandi soddisfazioni.
Indice Nikkei: ottimo rimbalzo dai minimi
La presunta rinascita giapponese si è già palesata in un quasi raddoppio dell’indice Nikkei negli ultimi 12 mesi (+90% circa)
L’enorme quantitativo di moneta stampata e messa in circolazione e gli investimenti in infrastrutture, stanno sicuramente avendo impatti positivissimi sull’economia e sulle piccole-medie imprese. Per ora si può cavalcare l’onda. Non si sa per quanto.
Come investire in Giappone
Il mezzo più semplice è sicuramente un ETF sull’Indice Nikkei. Se non sapete cosa sono gli ETF, vi consigliamo questo articolo. Ne esistono diversi, i più utilizzati sono:
- iShares Nikkei 225 UCITS ETF
- LYXOR UCITS ETF JAPAN (TOPIX)
Esistono anche tantissimi fondi di investimento che investono sul Giappone, in maniera più tematica. Se non temete nulla (nel senso finanziario del termine), provate a sondare i fondi sulle Small Caps giapponesi. Se Abenomics va, questi fondi voleranno.