Sappiamo benissimo quanto, in fondo, ti piaccia l’analisi fondamentale.
Si, è vero, l’analisi tecnica è carina, più semplice da studiare, ma vuoi mettere la soddisfazione di andare a scovare quell’aziendina sottovalutata su cui scommettere…
E’ tutta un’altra storia, roba da far schiattare di invidia tutti i tuoi amici, che ad ogni aperitivo ti invidieranno un pochino.
Abbiamo una ricetta che, se la statistica non ci ingannerà, può essere semplice e redditizia:
- Step 1: Assumere un Premio Nobel, con una teoria di investimento consolidata e statisticamente vincente.
- Step 2: Assegnargli tutto il lavoro sporco: recupero delle informazioni e calcoli matematici.
- Step 3: Consegnargli il proprio denaro, da investire con ribilanciamenti periodici.
- Step 4: Sedersi comodi e battere sistematicamente l’indice S&P 500 (e perchè no, anche altri indici)
Ma quanto ci costerà mai questo Premio Nobel? Meno di quanto si pensi. Lo 0,65% annuo, sembra quasi un ETF…
Investing like a Nobel
Passiamo alle presentazioni: il Premio Nobel che si offre per noi è Robert Shiller, autore, tra le altre cose, del capolavoro Euforia Irrazionale.
Professore di Economia alla Yale University, ha affinato le tecniche di value investing, di cui è profondamente convinto. Ha elaborato un suo personale indicatore, il Cyclically Adjusted PE Ratio (CAPE Ratio), che potete consultare, sempre aggiornato per l’indice SP500, nella sua pagina accademica.
Ciò che differenzia il CAPE Ratio dal più classico rapporto P/E è che il calcolo viene fatto considerando i guadagni medi degli ultimi 10 anni, corretti dall’inflazione.
I normali P/E, recuperabili nelle riviste di settore oppure on line, sono calcolati considerando i soli guadagni dell’anno precedente. Una logica di questo tipo è, però, fortemente influenzata dai cicli di mercato e dalla situazione contingente.
Considerare la media dei guadagni degli ultimi 10 anni è una intuizione semplice, ragionevole, chiara. Qualcuno potrebbe definirla un’idea talmente banale, che chiunque poteva pensarci. Troppo tardi, perchè Shiller è stato più convincente e veloce e, il 14 ottobre 2013, ha vinto giusto un Nobel per questo.
Ma il magnanimo Shiller ci tiene a noi e continua a condividere i risultati sempre aggiornati della sua ricerca. Grazie, poi, alla collaborazione con Barclays e Ossiam, sono nati dei nuovi indici di mercato e degli ETF belli pronti, per la gioia di ogni investitore.
E dopo la teoria, la pratica
Esistono due ETF, quotati su Borsa Italiana, quindi semplicissimi da acquistare per ogni investitore, che utilizzano le teorie di Shiller per identificare i settori con CAPE Ratio più basso, per poi puntarci.
Tali strumenti appartengono a quella nuova generazione di ETF Smart Beta, che aggiungono un minimo di algoritmo di gestione, rispetto alla replica totalmente passiva degli ETF tradizionali.
- OSSIAM SHILLER BARCLAYS CAPE® US SECTOR VALUE TR UCITS ETF 1C (EUR) – CAPU – LU1079841273 – TER 0,65%
- OSSIAM SHILLER BARCLAYS CAPE® EUROPE SECTOR VALUE TR UCITS ETF 1C (EUR) – CAPE – LU1079842321 – TER 0,65%
La teoria di Shiller è nata principalmente dall’osservazione dell’indice americano S&P 500, ma i suoi principi sono validi per ogni indice (infatti il secondo ETF lavora su indici settoriali europei).
La logica con cui vengono scelti i settori su cui puntare è la stessa per entrambi gli ETF. In pratica vengono selezionati 4 settori in base al loro CAPE Ratio e ai movimenti di prezzo degli ultimi 12 mesi.
L’ETF, quindi, punta sui quattro settori più meritevoli, in maniera equivalente (esposizione del 25% su ciascuno dei 4 settori). I componenti vengono ricalcolati mensilmente.
Gli ETF sono Total Return, quindi capitalizzano i dividendi. Questa è un’ottima notizia soprattutto per coloro che vorranno esporsi sull’indice americano, perchè, puntando sulle singole azioni, un investitore italiano vedrebbe applicarsi una doppia tassazione sui profitti da dividendo (tassazione locale ed italiana).
Le performance sono interessanti. L’ETF esposto sui settori dell’S&P 500, dal momento del lancio, batte nettamente l’indice di riferimento. In un anno abbondante siamo a +14,5% contro +6,18% (dati all’8 novembre 2016).
Nel momento in cui scriviamo l’articolo, i settori sui cui investe l’ETF US Sector sono Energia, Health Care, Industria, Information Technology.
L’analogo ETF sui settori europei, dal momento del lancio, batte a sua volta l’indice di riferimento MSCI Europe, anche se di poco: +4,56% contro +3,01%.
Se Robert Shiller vi ha convinto, questi ETF sono molto interessanti. Tenete conto che la ricerca originaria del CAPE Ratio è stata effettuata sui mercati americani e che, per noi, investire oltre oceano significa accollarsi il rischio di cambio valutario tra Euro e Dollaro.
Per ogni altra informazione e curiosità, trovate tutti i riferimenti del vostro nuovo consulente finanziario nella sua pagina dell’università di Yale. Addirittura il numero di telefono!
Il libro è introvabile , mi piacerebbe comprarlo ma in rete non si trova, come potri fare ?
Cliccando sul link nell’articolo, lo trova nella pagina Amazon.
Le riporto qui il link
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