Esiste davvero una strategia che permette di riconoscere il momento giusto per investire?
Cogliere il momento ottimale per entrare nel mercato, quando è sicuro che le quotazioni saliranno: per quanto ne sappiamo ora, nessun metodo è in grado di azzeccare sempre l’attimo giusto.
I fan dell’analisi tecnica potranno pensare che ci sono degli indicatori grafici che aiutano in tal senso, ma tutti convengono che nessun metodo è infallibile o sicuramente redditizio sulla lunga distanza.
Il perfetto market timing
Una perfetta strategia di investimento, con un perfetto tempismo, prevederebbe di comprare prima di un rialzo e di vendere prima di un ribasso.
Niente di più semplice, a livello teorico; nulla di più casuale a livello pratico.
Non vogliamo dire che sia solo il caso a decidere le sorti degli investitori, ma sicuramente la fortuna è una componente importante per chi ama fare trading di breve periodo.
Cosa fare quindi, se non si è fortunati? Potete acquistare un cornetto rosso o semplicemente evitare il trading, perchè esistono degli altri metodi di investimento che consentono di minimizzare i rischi dovuti ai movimenti pseudo-casuali delle quotazioni.
Ma poi il market timing è veramente così importante? C’è chi ha fatto degli studi per noi, ed ha verificato cosa sarebbe accaduto (sul mercato americano, nel caso del nostro esempio) se un investitore avesse perso i giorni con maggior rialzo.
Chi ha mantenuto un investimento sull’S&P 500, in maniera continuativa dal 1993 al 2003, ha ottenuto un 9,22% annuo composto di rendimento.
Se però un investitore avesse malauguratamente smobilitato gli investimenti proprio nei 10 giorni migliori di borsa. allora il rendimento sarebbe stato solo il 5,49%.
Addirittura solo lo 0,91% perdendosi i migliori 30 giorni (in 10 anni). Facile immaginare che, perdendo anche solo un giorno in più, il rendimento scivolerebbe in territorio negativo.
Cosa portano a pensare questi dati?
I fan del market timing direbbero: “Avete visto? E’ fondamentare entrare nel mercato prima dei rialzi, perchè bastano 10 giorni persi in 10 anni, e il rendimento praticamente si dimezza”.
Altri, però, potrebbero pensare: “Ma scusate, abbiamo detto che, se non faccio nulla, ottengo il 9,22% annuo…. Vi fa schifo?”.
Bene, quale miglior elogio alla pigrizia: la buona notizia è che un indice azionario ben diversificato, come trend di fondo, garantisce simili rendimenti sulla lunga distanza (vi consigliamo questa lettura al proposito) senza che voi dobbiate fare nulla!
I vantaggi del piano di accumulo
E’ chiaro che il lungo termine, per quanto possa tranquillizzare gli animi di chi teme le borse, possa essere, a volte, veramente troppo lontano.
Purtroppo, però, è solo il tempo che consente agli investimenti di sedimentare e diventare importanti. L’ottava meraviglia del mondo è senza dubbio l’interesse composto.
Coloro che non vogliono (o non hanno la possibilità) di investire una somma importante in un’unica soluzione, possono sempre immaginare di effettuare acquisti scaglionati nel tempo. Il cosiddetto piano di accumulo permette di mediare i prezzi di acquisto, che incideranno sul prezzo medio di carico del proprio portafoglio.
Acquistando in più momenti, infatti, ci saranno casi in cui si andrà veramente a beccare, per puro caso, un minimo delle quotazioni, mentre ci saranno casi in cui effettivamente compreremo a prezzo più caro. Ma non importa, perchè un indice ben diversificato, sul lungo termine, regalerà sempre nuovi massimi (o per lo meno così dicono oltre 100 anni di statistiche).
Per chi volesse aggiungere un pizzico di astuzia al suo piano di accumulo, possiamo suggerire di effettuare acquisti, oltre che a intervalli regolari, anche a seguito di crolli di mercato.
Si può pensare, ad esempio, di effettuare un acquisto aggiuntivo quando le quotazioni sono scese del 10% rispetto al precedente acquisto oppure rispetto ad un massimo di mercato. In questo modo sarete più confidenti del fatto che molti acquisti avverranno a quotazioni basse.
E’ possibile anche ipotizzare acquisti aggiuntivi quando, in seguito a notizie negative relative ad un particolare settore/azienda, ne risente tutto il mercato azionario a causa magari di un panic-selling. Un esempio? Quando venne alla luce lo scandalo Volkswagen, che barava sui dati delle emissioni delle auto, sono crollate le quotazioni di praticamente tutte le case automobilistiche, che non centravano nulla con lo scandalo.
Warren Buffett suggerirebbe: “Perchè non acquistare proprio in quel momento, quando tutti scappano?”