Il crollo della borsa Cinese

Ormai inesorabilmente da qualche settimana, i principali indici della borsa Cinese stanno gettando nel panico gli investitori. E' vera bolla speculativa?

Quando tutti gli occhi del popolo Europeo, e non solo, sono indirizzati verso la Grecia, nel frattempo dall’altra parte del mondo, in Cina, si sta assistendo ad un crollo azionario abbastanza importante.

Le borse di Shangai, Shenzen e Hong Kong nelle ultime settimane hanno registrato cali molto significativi, attenuati solo da un piccolo rimbalzo negli ultimi giorni, non si sa quanto definitivo.

Quali sono i numeri?

In questo caso, come a volte a cade, il crollo brusco e repentino sembra avere i connotati dello scoppio di una bolla.

Egoisticamente, tutti gli investitori/speculatori sognano di riuscire a cavalcare l’onda mentre una bolla va a gonfiarsi.

L’incubo, ovviamente, è il rendersi contro di essere entrati troppo tardi nel mercato, ovvero quando ormai tutto crolla.

Andremo poi ad esaminare le motivazioni di ciò che sta accadendo, ma prima soffermiamoci sul grafico dell’indice Shangai Composite, che è l’emblema di questa situazione.

Di seguito l’andamento dell’indice negli ultimi 3 anni.

Shangai Composite - Andamento ultimi 3 anni

Si può notare come dopo una lunga fase “piatta”, a partire da giugno 2014, l’indice si è portato praticamente da 2000 a 5000 punti. Parliamo di un +150% in un anno.

Questo è il lato della bolla che tutti sognano. Quando però tutti gli altri sognatori arrivano, magari accade che si perde più del 20% in un mese. Nell’ultimo mese infatti l’indice e sceso poco sotto i 4000 punti.

Chi è entrato un anno fa è ancora largamente in guadagno (se bolla è, lo scoppio non è ancora totale).

Cosa è accaduto

Le motivazioni spesso sono molteplici, ma i punti in comune con altre situazioni analoghe si trovano sempre.

C’è chi dice che non è una vera bolla e che gli indici potrebbero risalire. Ovviamente non possiamo saperlo, ma ci sono alcune situazioni che sicuramente hanno facilitato il gonfiarsi delle quotazioni.

Innanzitutto si è creato quello che in gergo si chiama effetto gregge: un numero enorme di investitori privati si è riversato sulla borsa azionaria cinese, abbandonando il mondo del mercato immobiliare e del reddito fisso.

Il governo cinese, infatti, alle prese con un’altra bolla, quella immobiliare, ha ideato alcune misure per indurre gli investitori a cercare investimenti alternativi. Per legge, ad esempio, sono state limitate le concessioni di mutui per le seconde case.

In pratica, per sgonfiare una bolla, se ne è gonfiata un’altra: tutti gli investitori si sono riversati quindi sul mondo dell’azionario, spinti anche da un regime di tassi tenuti bassi politicamente. Non risultava più conveniente quindi tenere i soldi sul conto, o acquistare obbligazioni che non rendevano eccessivamente.

Ad aggravare la situazione, ed è qui che la potenziale bolla cinese può avere effetti devastanti e contagiare il resto del mondo, è che moltissimi investitori privati cinesi, per poter godere dei ricchi guadagni che la borsa promette, ricorrono al marginal lendingdetto in termini semplici, richiedono ed ottengono prestiti, in modo da avere più liquidità da investire.

Questa è solo una piccola espressione di un problema che in Cina sta assumendo dimensioni preoccupanti: stiamo parlando dei Non Performing Loans (NPL), ovvero di quei debiti che difficilmente potranno essere ripagati.

Ci saranno molti investirori che, una volta scoppiata una bolla di qualsiasi tipo, dovranno restituire, con gli interessi, soldi che hanno addirittura perso.

Per chi non teme di perdere il sonno, consigliamo questo interessante articolo della CNN: Is the sun setting on China’s economy?.

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