Ci risiamo. Ogni volta che accade è sempre la stessa cosa: panico in borsa, paura a Piazza Affari, miliardi di euro bruciati in una sola seduta.
Stavolta è la crisi politica italiana a portare il caos sui mercati, spaventati da una possibile disgregazione dell’area Euro.
Tuttavia, anche in queste situazioni critiche, un piccolo investitore può realizzare un guadagno interessante o una presa di posizione che porterà grandi benefici in futuro.
Esiste una strategia per trarre profitto?
Sicuramente avrai sentito mille volte la frase di Warren Buffett, su come affrontare le crisi del mercato.
Chiaramente questa citazione va contestualizzata. Non bisogna comprare solo per il gusto di essere contrarian rispetto ai movimenti della massa.
Stando a quanto lo stesso Warren ci insegna, occorre puntare sulle azioni di aziende dalle buone prospettive future, di cui si è sicuri dei fondamentali. In tal caso, infatti, acquistarle nei momenti di crisi dei mercati significa principalmente acquistarle a sconto.
Tralasciando questa casistica, proviamo a capire che strategie possiamo attuare per difenderci, o tentare di guadagnare, dai momenti di shock dei mercati.
Vogliamo riassumere il ciclo di vita di un crollo di borsa? Di solito, la storia che si ripete è sempre la stessa, e può essere riassunta dal seguente schema temporale:
- Evento shock: accade un avvenimento più o meno inaspettato
- Crollo generalizzato delle quotazioni: complici anche gli algoritmi automatici utilizzati, le quotazioni di borsa cominciano a crollare indistintamente. Si salvano forse solo i classici beni rifugio che, al contrario, resistono o guadagnano dalla situazione.
- Effetto gregge: la maggior parte degli investitori, intimorita dalla situazione, comincia a vendere sulla scia del crollo delle quotazioni. L’effetto negativo si amplifica e gli indici continuano a perdere, spesso anche nei giorni successivi all’evento. Nei casi peggiori, le quotazioni continuano a scendere per mesi/anni e le notizie negative continuano ad accumularsi. E’ lo scoppio di una bolla.
Ogni volta che accade qualcosa del genere sentirete dire “Questa volta è diverso”, ma fidatevi, è sempre così.
Possiamo difenderci? Proviamoci.
Puntare su aree/settori meno coinvolti
Come spesso accade, in seguito all’avvenimento shock, le quotazioni tendono a crollare indistintamente.
Indipendentemente dall’area geografica o dal settore di business, si registrano perdite su tutti fronti.
Se, però, l’avvenimento non è tale da creare un effetto domino a livello planetario, è chiaro che ci saranno dei settori o dei mercati che assorbiranno il colpo in breve/medio tempo e ritorneranno alle quotazioni originarie.
Alcuni esempi?
Sperando che la crisi politica italiana non sfoci in un disastro per l’area Euro, nel frattempo il mercato USA si è già messo alle spalle il problema. Nella scorsa settimana (28/5 -1/6) l’indice SP500 era arrivato a perdere oltre il 2% in una sola seduta, salvo poi ritornare ai livelli della settimana precedente. Ancora peggio, l’indice SP500 Banks aveva perso oltre il 4% in una sola seduta. PS: In questo momento, incidentalmente, il tema dei dazi commerciali potrebbe influire sulle quotazioni americane, ma è un altro discorso.
Nel 2015 ci fu, per la Volkswagen, lo scandalo sui test truccati per le emissioni diesel. Crollò tutto il settore, ma, secondo te, una azienda come Ferrari sarebbe mai finita in uno scandalo del genere? E anche se fosse stato così, se anche avessero dimostrato truffe simili, un’icona del settore del lusso ne avrebbe mai potuto risentire?
Se vuoi prenderti un rischio maggiore, puoi anche investire sul settore direttamente coinvolto, sperando in una pronta ripresa. In questo caso, visto che presumibilmente il crollo sarà stato più accentuato, anche il rimbalzo potrà essere più importante.
Acquistare beni rifugio. Ma non quando è tardi.
Scoppia un temporale memorabile: tu sei indifeso, devi per forza uscire e non hai l’ombrello. In una situazione del genere, alcuni sarebbero disposti anche a pagare una piccola somma, pur di avere un ombrello a portata di mano.
Tu sei il tipo di persona che ha sempre l’ombrello a portata di mano? O che addirittura in una situazione del genere lo rivende a prezzo maggiorato?
Non so quali sono le ultime tendenze di moda, ma in borsa, quando piove forte, gli ombrelli vengono da USA o Germania e spesso hanno color oro.
In molti portafogli viene consigliato, indipentemente dalle condizioni di mercato, di possedere una quota investita in oro, proprio per questo motivo.
Passando al mondo obbligazionario, i beni rifugio per eccellenza sono i Titoli di Stato decennali Tedeschi e USA (il Bund e il T-Note).
In realtà chi scappa verso questi Titoli di Stato, non ha la minima intenzione di portarli a scadenza. E’ da folli vincolarsi per 10 anni a seguito di una caduta dei mercati.
Rimanendo in area Euro, chi compra il Bund lo fa perchè vuole sfruttare le variazioni di quotazione e rivenderlo nel breve a un prezzo maggiorato. In pratica, fa trading.
Ragionando in termini spiccioli e volendo semplificare il concetto, sai che il rendimento di una obbligazione è inversamente legato al prezzo. Se il rendimento annuo scende, il prezzo sale di uguale valore in percentuale, moltiplicato per il numero di anni residui.
In pratica, nella scorsa settimana, sempre per colpa della crisi politica italiana, il rendimento annuo del Bund è passato da 0,6% a 0,25% annuo, in un paio di sedute. Un calo in termini assoluti dello 0,35%, che significa un aumento del prezzo del 3,5% (0,35% x 10 anni residui). Non male.
Rischi generali
Quando compri in borsa (azioni, obbligazioni, quello che vuoi), il rischio principale è sempre che i prezzi scendano dopo il tuo acquisto.
Ovviamente questo rischio lo corri anche seguendo le strategie che abbiamo appena visto. Nessuno può sapere quanto durerà il calo delle quotazioni nè quanto tempo ci vorrà affinchè le stesse tornino alle quotazioni precedenti (tempo di drawdown + tempo di recovery).
E scommettendo al ribasso, utilizzando strumenti short, magari anche in leva, ci si espone a rischi ancora più elevati.
Un altro aspetto da tenere presente è la quota di portafoglio che vorrai destinare ad operazioni di questo tipo, che sono da considerarsi speculazioni a tutti gli effetti. Poichè non potrai ragionevolmente rischiare gran parte del tuo patrimonio, verifica se il guadagno che otterresti vale il rischio. Se investi 10.000 euro e nel caso migliore otterrai il 4%, di fatto porterai a casa solo 400 euro. E ci dovrai anche pagare le tasse.
Strategie sempre valide in ogni momento
Gira e rigira, c’è un solo modo per avere, sempre, il bene rifugio a portata di mano oppure un investimento su un settore/paese che si risolleverà prima di altri: la diversificazione.
Un altro punto cruciale, che risulta spesso impossibile da realizzare appieno, è la scelta del timing corretto di investimento. La soluzione si chiama PAC (Piano di accumulo del capitale). Acquistando regolarmente e nel tempo piccole quote, statisticamente lo farai sia nei momenti di euforia che nei momenti di crisi. E, se vuoi, esistono tanti metodi per ottimizzare questi acquisti periodici.