L’anno vecchio è appena finito ed è tempo quindi di bilanci: come è stato il 2013 a livello borsistico? Si sta realmente uscendo dalla crisi? Gli indici di borsa chiaramente riflettono il sentiment degli operatori e di tutti gli investitori, tuttavia vanno sempre studiati nel loro contesto più completo.
Proviamo ad esaminare i maggiori indici mondiali e vediamo cosa è successo…
Mercato Azionario
Il 2013 senza dubbio è stato l’anno del mercato azionario. Da questo punto di vista possiamo senz’altro dire che, chi ha puntato sulle azioni, in generale dovrebbe aver guadagnato sensibilmente (anche se non sono mancati i brividi nel mercato nostrano).
La grande liquidità immessa nei mercati dalla Federal Reserve (in barba all’opposta politica di austerity europea) ha senza dubbio pompato esageratamente al rialzo la borsa americana. L’indice SP500, re di tutti gli indici mondiali, è addirittura ai massimi storici, dopo un anno in totale trend rialzista (per i fanatici dell’analisi tecnica, non si poteva non puntarci). Siamo in bolla? Di sicuro quando finiranno gli stimoli monetari (il progressivo processo di riduzione delle iniezioni di liquidità si chiama tapering), l’andamento sarà ben altro. Di seguito l’indice SP500 in tutta la sua forza negli ultimi 5 anni.
Discorso simile può essere fatto per il Giappone. La politica del primo ministro Abe Shinzo (già in questo articolo avevamo parlato della cosiddetta Abenomics), basata su forti investimenti, senza preoccuparsi del forte aumento del debito pubblico, ha sicuramente gonfiato le quotazioni dell’indice Nikkei, principale indicatore dell’economia del Sol Levante. C’è chi dice che la spinta sia già finita, quindi occhio a puntarci a cuor leggero nel 2014: di sicuro l’anno 2013, rispetto ai precedenti anni di stagnazione, ha registrato un picco clamoroso verso l’alto.
Ritorniamo tra i confini domestici e andiamo a dare un’occhiata al nostro indice. Il FTSE MIB ha registrato un guadagno del 16% nel 2013, ma intorno a metà dell’anno la perdita era dell’11%. Il 2013 comunque è stato un anno positivissimo rispetto ai precedenti, e forse ci sono buoni presupposti per il 2014.
Rimanendo in Europa, c’è chi porta avanti la carretta in maniera molto più forte e decisa di noi. Chiaramente la Germania, tanto intransigente nei confronti dei paesi periferici, non può non fare la parte del leone. Anche il DAX è ai massimi di sempre: anche in questo caso attenzione! La bolla esploderà!
Mercato Obbligazionario
Al contrario di quanto visto finora, il 2013 è stato l’anno nero del mercato obbligazionario. Le economie dei paesi più forti sono caratterizzate da tassi di riferimento molto bassi. Il tasso BCE è allo 0,25% (il minimo storico) e, stando alle parole di Mario Draghi, così rimarrà molto a lungo. Ciò significa che queste obbligazioni, ancora per molto, non offriranno rendimenti interessanti.
Le obbligazioni dei mercati emergenti invece hanno subito un clamoroso ribasso quando è stato annunciato l’inizio del tapering (la riduzione delle iniezioni di liquidità da parte della FED, di cui si parlava prima). Quando, dopo queste notizie, i T-Bond americani hanno raggiunto un rendimento del 3%, tutti i principali fondi ed investitori ne hanno approfittato per fare incetta di obbligazioni americane. Un 3% garantito dagli Stati Uniti era una occasione ghiotta, e non valeva la pena rischiare su obbligazioni di paesi emergenti (in valuta locale). Ciò ha provocato un pesantissimo sell-off delle obbligazioni dei paesi emergenti che hanno ceduto gran parte del loro valore. Per questi paesi, comunque, i fondamentali ci sono ancora, quindi, per quanto ci sia da stare con gli occhi aperti, le prospettive non sono così terrificanti.