Tradizionalmente, con l’inizio del nuovo anno, ci si interroga su quali potranno essere gli investimenti più redditizi.
Con i tempi che corrono, purtroppo, non è più accettabile sovrappesare eccessivamente un paniere rispetto ad un altro.
Occorre conoscere a fondo tutte le possibilità (e le insidie) che i vari investimenti offrono, e saperli bilanciare sapientemente secondo le proprie inclinazioni al rischio.
Questo 2015 si apre all’insegna di alcune (presunte) certezze e di tante incognite.
Sicuramente non mancherà la volatilità: ormai bisogna imparare a conviverci e a non farsi scoraggiare dai periodici scossoni che, per questioni politiche e/o economiche, provocheranno grandi oscillazioni dei prezzi.
Abbiamo già parlato di cosa è la volatilità di un titolo e delle cause che la possono scatenare: coloro che soffrono queste brusche oscillazioni dovranno fare attenzione a scegliere strumenti più tranquilli, che non lascino spazio a clamorose variazioni di prezzo.
Azioni
Per quanto riguarda l’area Euro, è molta l’attesa per l’inizio del Quantitative Easing, semplicisticamente inteso come stampa di nuova moneta.
Nel caso di Giappone e USA, a seguito dell’immissione massiccia di nuova liquidità, le quotazioni del mercato azionario sono salite sensibilmente, quindi, se le condizioni saranno similari, anche per l’Europa potrebbe prospettarsi un bel rialzo.
Ma se così non fosse? Se le riforme dei vari paesi non fossero sufficienti? Se riprendesse nuovamente forza un movimento anti-europeista, per esempio in Grecia? Sono molti i dubbi.
Nel 2014 l’indice europeo (DJ EuroStoxx 50) ha praticamente vissuto una lunga fase di lateralità. Quando scatterà la scintilla al rialzo?
Gli Stati Uniti, invece, continuano a correre. La variazione del PIL del terzo trimestre 2014 è addirittura un +5%.
I benefici sull’economia continuano a sentirsi: non ci sono segnali di inversione del trend, ma siamo abbondantemente sui massimi storici per quanto riguarda l’indice S&P 500.
Per quanto riguarda l’azionario dei paesi emergenti,è bene non fare di tutta l’erba un fascio.
Ci sono paesi già emersi, come ad esempio India e Cina, che possono regalare medie soddisfazioni, come deludere tutti. Il comparto in generale è sicuramente un asset interessante e una quota del portafoglio va dedicata.
Chiudiamo con il Giappone, per noi un terno al lotto. Ha corso parecchio negli ultimi mesi del 2014, Abe Shinzo è stato rieletto e la sua politica monetaria altamente espansiva può continuare.
Riuscirà l’indice a proseguire nella sua salita? I benefici sull’economia reale non sono quelli attesi, ma c’è ancora ampia fiducia nei confronti del primo ministro giapponese.
Cosa ci sentiamo di consigliare per la quota azionaria del vostro portafoglio? Ci permettiamo di indicare 2 fondi azionari bilanciati, abbastanza diversificati, il primo in Euro, il secondo in dollari.
- Invesco Balanced Risk Allocation (ISIN: LU0432616901)
- First Eagle Amundi International Sicav (ISIN: LU0068578508)
Obbligazioni
Una volta c’erano i BOT People. Erano i risparmiatori italiani, che, nel dubbio, puntavano tutto sull’obbligazionario italiano, potendo godere di cedole generosissime.
I tempi ora sono cambiati (il tasso di inflazione anche…) e le obbligazioni governative dell’area Euro offrono rendimenti veramente irrisori, a patto di non voler puntare tutto sulla Grecia, con rischi di perdite ingenti in caso di default.
Il bund tedesco (il top per chi vuole dormire sonni tranquilli) rende solo lo 0,5%, mentre il BTP decennale italiano è sotto l’1,9%.
Nonostante l’ulteriore declassamento dell’Italia da parte di Standard&Poor’s, lo spread è ai minimi e, su titoli così lunghi, un aumento dei tassi provocherebbe disastrosi cali delle quotazioni.
Molto più interessanti invece le obbligazioni corporate. Le obbligazioni societarie, infatti, offrono rendimenti maggiori e il miglioramento dell’economia globale ne riduce la probabilità di default.
Per ridurre la sensibilità all’innalzamento dei tassi, è preferibile scommettere su obbligazioni corporate di breve durata residua.
Evitate di comprare le singole obbligazioni, ma affidatevi a fondi o etf, per diversificare l’investimento.
Chiudiamo anche qui con un paio di consigli, interamente dedicati al mondo corporate.
- M&G European Corporate Bond A EUR Acc (ISIN: GB0032178856)
- Pictet Short Term Corporate Bonds (ISIN: LU0957218422)