Nell’immaginario collettivo, l’Indonesia è sicuramente una meta turistica da sogno.
Con le sue bellezze naturali e i favolosi templi, dall’isola di Bali fino alla più moderna capitale Giacarta, l’arcipelago indonesiano offre innumerevoli spunti per i viaggiatori di tutto il mondo.
Ma non c’è solo questo: l’Indonesia rappresenta, come prospettive economiche e di sviluppo, una realtà molto interessante e da monitorare con attenzione.
In generale, è l’area del Sud Est Asiatico ad avere importanti margini di crescita e, fortunatamente per gli investitori, oggi è molto semplice prendere parte a questa corsa.
Crescita costante e stabile
L’indicatore principe di un’economia, anche se ovviamente non basta per ipotizzare guadagni sui mercati, è chiaramente il PIL.
Nel caso dell’Indonesia, andando fino a 10 anni a ritroso del tempo, non troveremo mai una crescita annuale inferiore al 4%.
Sicuramente sarà improbabile raggiungere nuovamente i picchi più alti, ma viaggiare intorno ad un +5% di crescita annuale del PIL, non è malaccio per un paese a cui comincia ad andare stretto il concetto di mercato emergente.
C’è, però, una chiave di lettura più interessante, costituita dal PIL pro capite.
Come interpretare questo dato? Prendiamo spunto dal libro di Ruchir Sharma, Nazioni in fuga. Alla ricerca dei prossimi miracoli economici, che ci insegna come andare a scovare le nuove promesse dell’economia mondiale (ne abbiamo anche fatto una recensione).
L’aumento della ricchezza pro capite indonesiana può essere considerato sano, perchè diffuso su buona fetta della popolazione. A testimonianza di ciò, infatti, non esiste nessun indonesiano tra i top 100 ricchi al mondo, secondo Forbes.
D’altro canto, però, la statistica ci dice che l’approssimarsi della soglia dei 4000 Dollari pro capite può portare ad un rallentamento della crescita, in termini di punti percentuale.
Tale soglia è, infatti, come una linea spartiacque tra un paese in piena evoluzione e un paese che sta definitivamente entrando tra i grandi (e deve quindi affrontare nuove sfide e nuove aspettative).
Se ci fosse veramente una revisione delle stime di crescita al ribasso, le quotazioni dei mercati potrebbero calare. Sarebbe però, un calo dovuto ad un pessimismo temporaneo, in attesa di definire stime più realistiche e comunque di tutto rispetto.
Tra gli aspetti negativi, che tengono ancora intrappolata l’Indonesia in un limbo commerciale da eterna promessa, c’è sicuramente il problema delle infrastrutture, che a volte non sono ancora all’altezza di un paese sviluppato.
La conformazione geografica (arcipelago di oltre 17.000 isole!) sicuramente non facilita i trasporti interni. Da questo punto di vista, però, i piani governativi di crescita e ammodernamento sono molto importanti: tagli alla burocrazia e investimenti in infrastrutture e opere pubbliche.
Indice principale di riferimento
L’indice MSCI Indonesia copre l’85% del mondo azionario indonesiano.
E’ l’indice di riferimento principale per valutare i rendimenti del comparto azionario indonesiano.
Tutti i dati forniti di seguito (rendimenti e composizioni) risultavano validi al 31 marzo 2017.
Il grosso dei rendimenti è stato realizzato fino al 2010. Negli ultimi anni, come per i mercati emergenti in generale, si è assistito ad un lungo movimento laterale, ma, nel caso dell’Indonesia, la volatilità è stata estremamente più elevata. Siate preparati quindi a forti oscillazioni.
Dal punto di vista della composizione settoriale dell’indice, la quota dei finanziari è preponderante, ma non sottovalutate i settori dei beni primari e voluttuari che insieme fanno circa il 30%.
I settori dei consumi potrebbero essere interessanti, visto il progressivo aumento del PIL pro capite, e quindi del potere d’acquisto, della popolazione (in particolare dei ceti medi).
Come investire in maniera efficace
Si possono usare diversi approcci, in base al rischio e alla tipologia di investimento che volete realizzare.
Un modo diretto è sicuramente l’acquisto di strumenti che investono esclusivamente sulla borsa Indonesiana, avendo come benchmark l’indice MSCI Indonesia.
Gli strumenti più semplici per puntare sull’indice MSCI Indonesia sono i seguenti ETF:
- db x-trackers MSCI Indonesia Index UCITS ETF 1C (spese 0,65% annuo) – XMIN.MI
- Lyxor MSCI Indonesia UCITS ETF C-EUR (spese 0,55% annuo) – INDO.MI
Il loro comportamento è stato molto simile. Alti e bassi, ma sui 5 anni il rendimento è mediamente il 18% complessivo. Il rendimento positivo è dovuto principalmente al movimento valutario favorevole rispetto all’euro (sia il dollaro che la valuta locale indonesiana si sono apprezzate nei confronti della nostra moneta).
Eliminando il fattore valuta, i rendimenti sarebbero ovviamente stati grossomodo quelli dell’indice di riferimento (ovvero quasi nulli sui 5 anni)
Vista la particolarità del mercato di riferimento, in questo caso non è una cattiva idea affidarsi a dei fondi specializzati. La gestione attiva, per chi conosce questa tipologia di mercati, può essere fondamentale. In particolare un ottimo fondo è:
- Fidelity Funds – Indonesia Fund Y-Inc-USD – LU0936580355
Anche in questo caso alti e bassi, ma il rendimento complessivo sui 5 anni, in dollari, è pari al 3,85% annualizzato (quindi circa 20,8% complessivo). Per gli investitori in euro, va quindi sommato l’extra rendimento dovuto al cambio favorevole rispetto al dollaro (mediamente un ulteriore 20% sullo stesso periodo).
La gestione attiva è stata quindi fondamentale in questo caso, e, quando si parla di Indonesia, o di sud est asiatico in generale, i fondi Fidelity sono garanzia di qualità.
Mitigare il rischio, mantenendo l’Indonesia nel portafoglio
In un portafoglio ben ponderato, un investimento ultra localizzato su un mercato emergente non dovrebbe eccedere più del 5%, a meno che non ci sia estrema convinzione e predisposizione al rischio.
In un ETF che replica il comparto dei mercati emergenti (es iShares MSCI Emerging Market), il peso dell’Indonesia è pari al 2,55% (dati di fine marzo 2017).
Può essere sufficiente? Se ritenete di si, allora siete a posto.
In caso contrario, una ottima alternativa consiste nell’investimento nell’area complessiva del Sud-Est Asiatico (la cosiddetta area ASEAN, che abbiamo già avuto modo di raccontarvi).
Un ottimo strumento in tal senso potrebbe essere il seguente:
- Fidelity Funds – ASEAN Fund A-USD – LU0048573645
In questo caso il peso dell’Indonesia è pari al 19,7% degli investimenti complessivi del fondo (seconda solo a Singapore).
La performance del fondo è stata, per gli ultimi 5 anni, del 5,21% annualizzato (ovvero circa 29% complessivo). Va sempre sommato, per gli investitori in euro, un ulteriore 20% per il cambio valutario favorevole.
Per chi non si accontenta, sappiate anche che l’Indonesia si è guadagnata un posto in alcuni dei nuovi acronimi inventati per identificare i mercati di interesse futuro.
Parliamo dei CIVETS (Colombia, Indonesia, Vietnam, Egitto, Turchia, Sud Africa).
L’Indonesia è anche presente nel gruppo dei Next-11, dove compaiono anche diverse nazioni del sud est asiatico (Vietnam, Filippine, Bangladesh).