Sono moltissimi i risparmiatori che cercano investimenti sicuri, ma negli ultimi tempi devono accontentarsi di rendimenti veramente miseri.
Quali sono le alternative ad oggi? Come vivere relativamente tranquilli, ottenendo un minimo di rendimento?
Basso rischio, rendimento infinitesimo (oggi)
Semplificando all’estremo, il cosiddetto rendimento risk free (privo di rischio) indica quanto viene riconosciuto dai mercati ad un investitore che non voglia accollarsi nessun tipo di rischio.
Il rendimento risk free varia nel tempo: anni fa, nell’area Euro, avevamo un rendimento risk-free anche del 4,5% (quando, nel 2008, il tasso BCE era ad esempio pari al 4,25%).
Nell’ambito degli investimenti cosiddetti sicuri, chiaramente andremo a studiare Titoli di Stato emessi in Euro (se siete italiani e vivete/lavorate in Svizzera, non è scontato che questo investimento possa essere sicuro). Ricordiamo che una certa percentuale di rischio è sempre presente, ma non è nemmeno il caso di vivere nell’angoscia, temendo il default a breve di Stati sovrani solidissimi.
Rimanendo nell’area Euro, tutti concordano nel considerare la Germania come il paese ad economia trainante e più forte. L’investimento in Titoli di Stato tedeschi può essere ritenuto il vero risk free, ad oggi.
Bene! Popolo degli investitori desiderosi di sicurezza, andiamo a verificare quanto fruttano i Bund tedeschi e dormiamo sonni tranquilli!
Stando ai rendimenti dei Titoli di Stato tedeschi del 20 novembre, investendo con un orizzonte temporale di 10 anni, si otterrebbe un copioso 0,48% anno. Alla faccia del risk free.
Un investitore che volesse vincolare il suo risparmio per solo un anno, avrebbe addirittura un rendimento negativo (-0,34%). Di questi tempi, per il risk free, bisogna addirittura pagare, altro che guadagnare.
Ne vale la pena?
Rimaniamo in Italia. Accolliamoci un rischio leggermente maggiore, confidando che in un clima di forte protezione monetaria (grazie alle iniezioni di liquidità della BCE) il nostro paese non fallirà a breve.
Anche in questo caso, i nostri Titoli di Stato più brevi offrono un rendimento negativo (dati al 20 novembre). E’ la prima volta nella storia che ciò accade.
Ricordiamo inoltre che parliamo sempre di rendimenti lordi, che verranno tassati al 12,5%. Non dimenticate poi l’imposta di bollo sui titoli, che pesa per lo 0,2% del totale, con un minimo di 34,20 euro annui.
Ci viene da dire che resteranno solo le briciole. E nemmeno tante.
Valutare i conti deposito
Anni fa, in Italia, ci fu un vero e proprio boom dei conti deposito. Con i tassi BCE più alti e con molte banche alla ricerca di liquidità, era abbastanza semplice trovare rendimenti oltre il 4% annuo.
Adesso è un’altra storia, ma, rispetto ai Titoli di Stato Italiani, i rendimenti dei conti deposito sono migliori.
Non parliamo di guadagni stratosferici, ma, limitandoci alle offerte delle banche più importanti, al momento vengono garantiti i seguenti ritorni annuali (dati indicativi, al 24 novembre)
Banca | Vincolo a 12 mesi |
---|---|
CheBanca! | 1,00%, svincolabile |
Rendimax | 1,50%, non svincolabile |
Banca Mediolanum | 1,25%, svincolabile |
Conto Arancio | 1,20% (nuovi clienti), svincolabile |
Santander | 1,50%, svincolabile |
Se volete essere più tranquilli, scegliete banche solide. E’ notizia di questi giorni, infatti, il salvataggio di alcune banche (CariFerrara, Banca Marche, Popolare dell’Etruria e CariChieti) a tutela dei correntisti. Sappiate che non sempre sarà possibile il salvataggio: è ormai legge infatti il bail-in, ovvero il provvedimento secondo cui, a partire dal primo gennaio 2016, il salvataggio delle banche in difficoltà dovrà avvenire anche con il supporto dei creditori della banca stessa.
Ricordate che, salvo offerte speciali della banca, i rendimenti dei vincoli sono tassati al 26% e che l’imposta di bollo è pari allo 0,2% delle somme totali depositate con un minimo di 34,20 euro complessivi annui.
Fate anche attenzione alla possibilità di poter svincolare anzitempo il deposito, verificando nel dettaglio le varie offerte.