Specialmente quando i mercati crollano, in molti cominciano a chiedersi se esistono investimenti alternativi che permettano di limitare le perdite, o addirittura di guadagnare!
Ci sono sicuramente delle tecniche che possono aiutare in questo, ma vanno utilizzate con cognizione di causa, sapendo cosa si va a rischiare e cosa si potrà, al più, ottenere.
Tutto ciò affinchè la Brexit di turno o le crisi finanziarie possano fare meno paura agli investitori
Decorrelazione: ma in pratica?
Stando ai testi di economia, la soluzione c’è: basta studiare le matrici di correlazione.
La brutta notizia è che, di solito, questa è solo teoria. La realtà è un’altra cosa. Proviamo a sintetizzare il concetto, andando al succo del discorso.
La matrice di correlazione, come dice la parola stessa, ci informa su quanto, nel passato, gli investimenti siano stati correlati tra loro.
Detto in altri termini e semplificando all’estremo, le serie storiche dei rendimenti permettono di capire quali sono stati gli investimenti che comunque si difendevano, quando ad esempio l’azionario crollava.
Sicuramente vi è capitato di sentire che, nei momenti in cui gli investitori sono spaventati e le borse crollano, di solito è conveniente investire in oro.
Allo stesso modo, si potranno cercare degli investimenti in alcuni settori che risultano meno correlati all’azionario puro. Anche a livello geografico può esserci un minimo di decorrelazione (ma al giorno d’oggi nemmeno tantissimo).
Sui 3 anni, tuttavia, come dimostra questo nostro articolo sulla correlazione dei mercati, tutti gli asset risultano direttamente correlati. E’ incredibile, ma si verifica che, nel medio-breve periodo, l’azionario giapponese si muove come l’obbligazionario inflation-linked europeo. Sui 5 anni, la situazione migliora leggermente, ma la correlazione è sempre fortissima.
Difficoltà operative
Il sogno sarebbe quello di sganciarsi dall’azionario nei momenti critici, rifugiandosi su altre tipologie di investimento, magari sempre azionarie, ma più settoriali o strategiche e meno esposte alla volatilità.
Facile a dirsi, ma, in pratica, bisogna considerare che:
- è impossibile conoscere alla perfezione il momento in cui bisogna uscire dall’azionario puro e lanciarsi sull’investimento alternativo (e viceversa)
- i costi di ingresso/uscita e le commissioni di compravendita: non sono da sottovalutare, perchè incidono tantissimo
- la statistica ci spiega cosa è successo in passato: ma chi ci dice che in futuro due tipologie di investimento rimarranno decorrelate?
Come comportarsi?
I migliori amici dell’investitore, come sempre, sono la diversificazione e l’orizzonte temporale lungo.
Se voi siete convinti che un settore abbia le potenzialità per crescere, non bisogna farsi spaventare dai crolli. Unito ad un orizzonte temporale medio-lungo, un investimento settoriale azzeccato potrebbe rivelarsi un colpaccio.
Fondi Absolute Return
Per chi non vuole attendere e si vuole affidare ad un gestore o a dei professionisti, una soluzione è acquistare fondi a ritorno assoluto (absolute return).
Cercando tramite queste parole chiave potrete verificare quali gestori, in passato, hanno mantenuto le aspettative (non è facile).
Nel proprio documento informativo, ogni fondo a ritorno assoluto dichiara quanto si prefigge di guadagnare, indipendentemente dalle condizioni di mercato, in un preciso intervallo temporale (es 1,3 o 5 anni).
Ovviamente questa è solo una promessa che il gestore fa, e non è assolutamente scontato che possa sempre essere realizzata in futuro. Sta al gestore poi divincolarsi tra opzioni, futures e altre diavolerie finanziarie, per garantire quel guadagno. Non è assolutamente facile.
Un buon compromesso è comunque quello di acquistare, per una parte del portafoglio (diremmo un 30% al massimo), fondi a ritorno assoluto di indubbio valore. La restante parte può essere coperta dai tradizionali fondi a rendimento relativo (che investono sui mercati cercando di replicare il benchmark dichiarato) e dagli investimenti obbligazionari.
Fondi Multi-Asset
Una valida alternativa possono essere anche i Fondi Multi-Asset.
In pratica i gestori di questi fondi, come dichiarato nei fogli informativi per i clienti, hanno la libertà di spaziare tra tutte le tipologie di investimento possibili, derivati compresi.
A differenza dei fondi absolute return, qui l’obiettivo primario non è il guadagno ad ogni costo nel lasso temporale dichiarato, ma piuttosto un buon ritorno sul medio-lungo periodo, limitando la volatilità.
Il gestore può modificare a suo piacimento le percentuali di azionario/obbligazionario, oppure diversificare settorialmente/geograficamente, a suo piacimento.
I fondi Multi-Asset si prestano a coprire una buona parte del portafoglio dell’investitore e sono adatti a coloro che, anche per pigrizia, non hanno tempo di gestire i propri risparmi e non vogliono affidarsi ad un promotore finanziario.